AFG: un sistema che mette fine alle discussioni

Sdt Alberto Battistelli

Può una “tecnica” di modellazione incidere in ogni parte del rapporto col paziente e su quello tra professionisti? 

La risposta è sì, se trattasi di sistema a “controllo numerico”, che in questo caso non è riferito al digitale ma al modo di concepire e poi realizzare la forma dentale nella mente del professionista. 

Quante volte capita di avere un’ansia un tremore nel momento in cui l’equipe odontoiatrica (Medico-odontotecnico) deve presentare un nuovo lavoro e una nuova estetica al paziente esigente? Quasi sempre è un momento di tensione che spesso si scarica all’interno dell’equipe che si trova in difficoltà a far accettare la proposta estetica. A poco servirà atteggiarsi ad artisti o avere i galloni del professore, se il paziente vede che i denti sono per Lei/lui troppo grandi si lamenterà! E allora? Chi ha deciso quelle dimensioni? Chi ha realizzato quelle forme? Il solito scaricabarile imbarazzante davanti al paziente farà sì che egli si accorga della tensione e prenderà lo specchio in mano pretendendo tragicamente di decidere da solo. Più il paziente è benestante più ha personalità più il disastro è preventivamente annunciato. Basta guardare certi cartelloni pubblicitari dei vip per accorgersi che le nuove dentature sono di fatto orribili. Ciòè spesso dovuto al fatto che la poca possibilità di imporsi in modo inequivocabile e oggettivo da parte dell’equipe odontoiatrica, comporta una presa di posizione tanto determinata quanto “ignorante” del soggetto pagante. Chiede lo specchio, da istruzioni perentorie, porta fotografie di “un secolo fa” e decide; siccome ha scelto lei/lui gli piace anche se è assurdo! La reputazione dello studio va così in malora con pazienti che girano il mondo con protesi scandalose!

Come può AFG risolvere queste situazioni alla soglia della comica teatrale? Semplice, si direbbe in ambito giudiziario, invertendo “l’onere della prova”: ovvero non è il medico o l’odontotecnico che decidono le dimensioni, ma i numeri (codici) individuali del paziente provenienti dalla dentatura residua o dai dati dell’anatomia umana normale che da 30 anni AFG divulga dopo un attento studio che gli è valso riconoscimenti nazionali e internazionali (Libri in 13 lingue, premi delle istituzioni, ecc). Non è assolutamente vero che siccome siamo tutti diversi non c’èpossibilità di dare una codificazione alle forme dentali, come non è vero che non ci sono ripetitività geometriche e matematiche nel dente umano che lo identificano come tale. La sartoria lavora quotidianamente su esseri tutti diversi, e ha classificato in taglie codificate la diversità del genere umano per poter creare modelli ideali di partenza con cui raggiungere più facilmente l’individualità.

La codifica settorializzata del corpo umano è servita non solo ai pittori, agli scultori, ai restauratori e ai sarti, ma anche agli archeologi per risalire le misurazioni in forma proporzionale e recuperare i dati delle forme perdute, non solo di oggetti ma anche di corpi di origine animale o umana. Questa scienza è finita tutta in AFG la quale, partendo da curve gaussiane ideali ha potuto creare semplicissimi codici operativi che consentono al dentista e all’odontotecnico di esprimere una autorevolezza professionale mai vista a riguardo della forma; ma anche della colorazione dentale. Questa autorevolezza si ripercuote su tutta la comunicazione esterna e interna soprattutto dello studio, parlare con i numeri convince gli intelligenti e inibisce i “social-cafoni” che siccome pagano sanno tutto decidono e impongono al professionista, assai spesso, sonore umiliazioni. Per non parlare di quelle dell’odontotecnico che seppur a volte puòatteggiarsi ad artista, se è fuori dall’ oggettività e indiscutibilità dei numeri rischia di portare indietro anche quelli che si potrebbero considerare lavori ben eseguiti, con gravi ripercussioni morali e economiche. Non da meno poi la questione sul piano legale: cosa potrebbe portare AFG a protezione del professionista che sapesse immettere anche solo pochi codici numerici a giustificazione delle scelte fatte? Quale medico legale potrebbe entrare in contenzioso con una descrizione dettagliata e motivata sul piano numerico delle scelte fatte sulle forme? Un vero capovolgimento! Anche una semplice otturazione sui posteriori può assumere un significato di forte differenziazione comunicativa e sostanziale del professionista, soprattutto se possiede uno scanner orale. Digitalizzare una bocca ed esporla su un monitor in 3D significa, per esempio far vedere come spesso una otturazione non possiede nessun requisito anatomico del dente naturale e forse è per questo che si chiama con questo brutto termine che si accosta bene al senso della “toppa” buttata lì, per rimanere in ambito sartoriale. Con i codici AFG e l’esposizione del progetto in forma numerico-geometrica la comunicazione si semplifica e di molto! La simbologia con cui AFG trasferisce la forma dentale (punto, linea, triangolo e onda) consente di parlare semplice oggettivo e fa capire gli aspetti funzionali legati alla triturazione e al deflusso dei cibi, che scorrono su tutta la forma dentale per generare un circuito senza il quale la fluidificazione del bolo in favore della deglutizione e del minor dispendio energetico muscolare, sarebbe impossibile o compromesso. Il dentista AFG sa spiegare tutto ciò in modo differenziante, chiaro, autorevole, facendo così in modo che un preventivo più alto possa essere accettato dal paziente che percepirà e potrà vedere coi suoi occhi la differenza tra una “otturazione” e un restauro con tutti i vantaggi sulla sua salute. Tutto ciò con una tecnica di modellazione? Si: ma solo se la tecnica si fa “sistema a controllo numerico” con o senza (anche se auspicabile) supporto digitale. AFG è questo e di più! Di fatto entra a gamba tesa su tutto il processo di marketing e gestione dell’azienda, dalla pubblicità, alla comunicazione in sala d’aspetto, all’istruzione del personale, al modo di fare e dialogare durante la prima visita, fino al passaparola programmato (Referral marketing). Si può andare ancora oltre pensando anche ad una specie di “carta di identità numerica” che può accompagnare il paziente da giovane fino in tarda età portandosi dietro le misurazioni e i codici dei propri denti per ogni futura evenienza. Per raggiungere questi obiettivi non si può certo pensare di ricevere una istruzione di pochi giorni, occorre un programma almeno semestrale basato su istruzione e esercizi pratici sequenziali, con una didattica che non lasci il minimo dettaglio al caso. Se si promette si deve poter mantenere, per farlo non ci si può basare solo sull’estro individuale, perché ciò vorrebbe dire che solo pochi possono far si che sul volto di un paziente ci sia la luce di tutto il benessere generato da un nuovo sorriso ben fatto. Ci vuole invece un metodo a disposizione di chiunque abbia voglia di sacrificarsi per avere nella mente e nelle mani capacità professionali altissime, anche senza essere stati baciati dalla fortuna.

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